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dalla prima pagina...

The Florentine in the classroom

La Provincia, con il suo contributo, ha reso possibile l’iniziativa del periodico bimensile in lingua inglese, The Florentine, di offrire abbonamenti gratuiti a classi delle scuole fiorentine. Così dal gennaio scorso alcune classi del nostro istituto, tramite le rispettive insegnanti di inglese, hanno cominciato a ricevere The Florentine.

Ecco cosa ne pensano due studenti della classe IVE (prof.ssa  Maria Grazia Bardi) che ha dato il via alla richiesta di abbonamento:

“The Florentine è un vero e proprio giornale di Firenze che contiene articoli di politica, cultura ed attualità. Vi si trovano tantissime informazioni sulla città, quali progetti, decisioni, innovazioni, proposte dagli enti pubblici, nonché mostre, spettacoli, concerti e locali anche dei dintorni.
Non è solo un giornale per gli stranieri che si trovano a Firenze; per noi si è rivelato un divertente e interessante strumento di studio al di là delle normali lezioni.” (Alessia Bianchi)“

Sui banchi del Rodo … arriva The Florentine! Avreste mai pensato che esistesse un giornale sulla nostra città scritto in inglese?

Ebbene esiste, è il The Florentine, piccolo tabloid bimensile a cui lavora un gruppo misto di italiani e anglofoni con la passione per Firenze. Il format è simile a quello dei nostri quotidiani, anche se con in più timbro e punto di vista un po’ British .

I suoi lettori sono in larga parte inglesi, americani o australiani che risiedono a Firenze, tuttavia una piccola parte dei lettori sono fiorentini desiderosi di impratichirsi con l’inglese. Niente paura, compagni, l’inglese di The Florentine non è difficile.

Per imparare qualcosa però il dizionario è d’obbligo. E davvero si può imparare qualcosa con questa iniziativa.
In fondo, per qualsiasi lingua, il miglior modo per imparare a scrivere, nel senso più pieno del termine, è leggere, leggere ancora leggere.

La lettura e un sistematico esercizio di riassunto orale di qualche articolo di un local newspaper, accessibile a tutti, come TheFlorentine, può essere davvero un altro piccolo, ma importante mattone in quella ardua ma soddisfacente costruzione, che mi piace pensare sia l’apprendimento di una lingua.” (Enrico Miglino) 


VISITA AL CARCERE DI SOLLICCIANO

Nel corso dell’anno scolastico 2006/2007 le opportunità offerte dai progetti di Educazione alla Legalità sono state davvero molte: incontri con esperti , lezioni - laboratorio sui temi della lotta all’ illegalità e alla mafia, conferenze–dibattito su argomenti relativi alla Costituzione Europea , partecipazione a convegni cittadini.

Tra tutte le attività, una , però, ha avuto un rilievo speciale , anche perché attuata per la prima volta nel nostro Liceo : la visita alla Casa Circondariale di Sollicciano e l’ incontro con un gruppo di detenuti che frequentano varie classi della scuola interna. Un’ iniziativa resa possibile dalla collaborazione del nostro istituto con l’ Associazione “Gian Paolo Meucci”, nell’ ambito del progetto “I GIOVANI E LA GIUSTIZIA”.

 

 

La classe coinvolta
( figura a sx) è stata la V sez. C , accompagnata dalla Prof. ssa Tiziana Catallo , docente di lettere e dalla Prof. ssa Carla Mecocci, referente del Progetto.


 

 

Affidiamo la cronaca dell’ iniziativa proprio agli studenti e all’ insegnante , in un collages dei loro commenti e delle loro riflessioni. 17 maggio 2007 : la nostra visita al Carcere di Sollicciano inizia alle 9.30, con l’ incontro con la Dott. ssa Maria Luisa Casati.

Lasciamo tutte le nostre cose all’ingresso, porte e cancelli si chiudono dopo il nostro passaggio. A ripensarci dopo, già questo inizio è una metafora vivente molto istruttiva. “E’ una sensazione strana stare dentro .

I tanti cancelli che si chiudono ti fanno entrare il freddo nel cuore; ma poi ti ritrovi a parlare con chi è dentro e ti senti come liberato, tu che dentro ci sei solo da un’ora.” Il Direttore dell’ Area Pedagogica, dott. Gianfranco Politi ci conduce all’ interno della struttura e si rende disponibile a rispondere alle nostre domande, fornendoci informazioni sull’organizzazione del carcere, con competenza e tono colloquiale. Sono persone speciali quelle che lavorano qua dentro. Poi una visita ai laboratori e ai luoghi di lavoro interni, attraverso corridoi decorati da murales realizzati dagli stessi detenuti che frequentano il laboratorio di pittura (murales, tele, scenografie) tenuto, da ben 15 anni, dal maestro Mario Cini. “Corridoi lunghi, lunghissimi; la tensione sale…Senti le chiavi che tintinnano nelle mani dei secondini. I murales sembrano gioiosi, come fatti da chi dipinge in un prato. Ma non è così.

C’è qualcosa che stona, una nota che vorrebbe essere troppo acuta. Come sono possibili così tanti colori nel regno del buio e del nero? Come stanno veramente quei ragazzi quando le porte delle celle sono chiuse? Quando si stendono sul letto e il sonno tarda a venire? Cosa accade quando il silenzio si fa assordante?” Ma eccoci al culmine della visita, l’incontro con “loro”. Circa 25 detenuti-studenti che frequentano la scuola dell’ obbligo interna al carcere , in cui l’ insegnamento parte dalla lingua italiana per poi arrivare allo studio della matematica, delle scienze, di informatica, inglese… Siamo tutti emozionati. Dio mio quanti giovani! Quanti dalla pelle scura!” Non è facile rompere il ghiaccio; tuttavia, nel giro di pochi minuti comincia lo scambio di domande e risposte. Molti ci sorridono, ma qualcuno ha lo sguardo malinconico.

Prevale però il tono allegro , si sorride molto, si scambiano battute. Quanta tristezza ci deve essere in quei cuori. “L’ emozione più grande è stata muovere i primi passi in quella classe e provare un iniziale timore guardandoli negli occhi e pensando di sentire il rumore dei loro pensieri e del loro passato, di ciò che li ha portati là dentro. Poi tutto piano piano è svanito: pregiudizi, paure, vergogna.” “Mi ha colpito il rispetto di queste persone. Ho avuto l’impressione che si sentissero tutti sullo stesso piano: nessuno che giudicasse il vicino. Mi sono sentita importante perché questa nostra visita ha fatto sorridere i ragazzi : ho letto gioia sincera nei loro occhi. ” “Spero che la nostra visita abbia permesso loro di passare dei buoni momenti , potendo parlare con qualcuno che viene da fuori della loro esperienza , per sentirsi liberi almeno un po’. ” I detenuti hanno risposto con entusiasmo alle nostre domande , da quelle sulla loro giornata-tipo, a quella su cosa fosse per loro la libertà.

Ci hanno risposto “La libertà è potersi alzare la mattina e scegliere cosa fare ; è tutto ciò che è fuori di qua. Solo adesso ce ne rendiamo conto.” “Questa risposta è stata la cosa più interessante dell’ incontro. Un grande spunto di riflessione per noi, a cui tutto sembra dovuto e scontato.” La libertà è un tesoro che non si apprezza. Un tesoro che acquista valore quando ne siamo privi” Dopo aver parlato e riso con i carcerati per un po’, abbiamo visitato alcune celle , al momento vuote perché in ristrutturazione. “Vedere le celle mi ha suscitato un senso di soffocamento.


Primo incontro Circolo dei Lettori – 6 dicembre 2007

Dopo un certo periodo d’attesa è ripreso il tradizionale appuntamento del Circolo dei lettori, punto di ritrovo nel nostro Liceo degli appassionati della lettura, legato al progetto del Comune di Firenze“Leggere per non dimenticare” il quale permette di conoscere, attraverso vari incontri con gli scrittori, le ultime uscite di maggior successo.

Come impone la nostra tradizione, abbiamo disposto le sedie in cerchio in modo da facilitare la conversazione e dopo aver parlato dei volumi che saranno presentati prossimamente a “Leggere per non dimenticare”,abbiamo iniziato a discutere e commentare i libri che ognuno aveva scelto secondo il proprio gusto, ma in particolare sul tema dell’integrazione del “diverso”.

La discussione è comunque iniziata da “Dio non ama i bambini” , il nuovo libro di Laura Pariani che interverra’ il prossimo 12 dicembre alla Biblioteca delle Oblate, un delicato reportage sull’Argentina e sulla questione dell’emarginazione,che vede come protagonisti i bambini.

Il successivo libro preso in analisi era di argomento altrettanto attuale; si tratta di “Capire l’Islam” dello storico Matthew Golden del quale abbiamo letto un passo significativo, il quale focalizza l’attenzione sulla complessità dei rapporti tra società e religione nel mondo occidentale e nella realtà dell’Islam, anche alla luce dell’11 Settembre, attraverso un veloce flashback sulle questioni politiche del paese.

Lo scrittore pone il lettore di fronte all’interrogativo se i principi ispiratori di quel mondo culturale siano cambiati o meno, soprattutto in occidente.

Uno dei temi affrontati è anche quello dell’identità culturale e soprattutto quello della religione usata purtroppo da alcune etnie -in particolar modo i talebani- come strumento di potere. E’ indubbio- dice l’autore- che l’Islam si sia adattato all’evoluzione sociale della donna.

Le conseguenze di questa evoluzione sono state molteplici; quella più significativa è senz’altro la riorganizzazione del mondo femminile,oltre alla riabilitazione del pensiero occidentale. In molti paesi arabi si è creato un vero e proprio movimento femminista che ha riaperto la questione dell’accettazione della cultura occidentale,in parte condivisa da alcuni e rifiutata da altri.

Di una tematica simile tratta il secondo libro di Khaled Hosseini “Mille splendidi soli” che narra la storia di due donne dalla mentalità apparentemente opposta che però riveleranno avere in comune molte più cose del previsto:l’una ribelle e più propensa all’emancipazione, l’altra più remissiva che accetta le sue condizioni ritenendole assolutamente normali. Alla fine esse comprendono che il vero “nemico” è da scovare non nell’altra bensì all’esterno e riusciranno a guardarsi non più come nemiche migliorandosi a vicenda .

Dall’argomento “emarginazione” siamo passati ad esaminare altre tematiche come quella dell’amicizia con il “de Amicitia” di Cicerone, letterato latino che riesce a rendere vive, anche a distanza di secoli, questioni interessanti e di notevole attualità. Ci siamo soffermati soprattutto sul nucleo centrale dell’opera del famoso scrittore: l’amicizia non è altro che il frutto del rispetto reciproco e del valore umano, ma la vera amicizia secondo Cicerone può esistere solo tra aristocratici,-tesi comprensibile,data la mentalità dell’epoca- e il concetto, riletto ai giorni nostri suona come obsoleto ed ormai superato.

Anche ne “Il Sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino, ambientato nel clima della II Guerra Mondiale, si riprende il tema dell’amicizia che si oppone allo squallore della violenza fine a se stessa. Un'altra figura che rientra nella cerchia degli emarginati è senz’altro quella del barbone reietto ai margini della società, che Margaret Mazzantini,autrice del famoso libro “Non ti muovere”, sceglie come soggetto del libro intitolato “Zorro”,del quale abbiamo letto l’incipit molto accattivante. Un argomento sicuramente non dissociabile dal tema dell’emarginazione è quello dell’integrazione.

Giancarlo de Cataldo, famoso magistrato tarantino, ne “Il padre e lo straniero” delinea la possibile convivenza di culture e mentalità differenti attraverso l’incontro di due persone di diversa nazionalità accomunate dal fatto di avere un figlio con un grave handicap fisico. Come di consueto ne abbiamo letto un passo; si tratta di una breve descrizione che però racchiude alcuni concetti da ricordare: l’accettazione del figlio con deficit nel colloquio tra i due padri e il tema dell’amicizia che supera qualsiasi barriera.

Anche Giuseppe Pontiggia in “Nati due volte” affronta una tematica analoga. Il libro racconta la storia di un padre che accetta fino in fondo e non senza sofferenze la nascita di un figlio handicappato che però mantiene l’intelligenza di una persona normale. Secondo Pontiggia i bambini con problemi -come in questo caso- sono appunto nati due volte: la prima è quando effettivamente devono affrontare la vita che si pone loro davanti, la seconda e più difficile da affrontare è quando i genitori si trovano a dover convivere con il “problema” e accettano il bambino così come egli è.

E’ concetto talmente importante da permettere alla creatura di rinascere per la gioia una seconda volta. Siamo poi passati ad analizzare altri libri sui “diversi” come “Le libere donne di Magliano” di Mario Tobino dove si analizza il tema della follia e “La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini in cui viene mostrata la difficoltà del mondo femminile della prima metà del 700 attraverso le esperienze di una donna sordomuta.

Seguendo il filo rosso del tema della marginalità ricordiamo anche Pierpaolo Pasolini che ne “I ragazzi di vita” descrive la vita dei ragazzini di borgata,attraverso uno stile particolare e perfettamente mimetico della parlata del luogo,con una particolare attenzione nel rendere la quotidianità dei fatti tangibile al lettore.

Carlo Levi porta un semplice esempio della solitudine degli abitanti di Eboli in”Cristo si è fermato a Eboli”, con i quali il protagonista condivide il periodo natalizio durante la II Guerra Mondiale. E’ forte la connotazione della marginalità del mondo meridionale rispetto al progresso storico,poiché le vite in quei posti sono ancora scandite dai ritmi della quotidianità fortemente legata alle tradizioni del mondo rurale.

La nostra lettura ha testimoniato la sensazione di desolazione e immobilità tangibile grazie anche alla metafora significativa dell’orologio del soldato che si è fermato, come Cristo… Alla fine della prima giornata di incontro, il gruppo dei lettori si è liberamente dedicato al dibattito sulla riscoperta dei classici in generale, fonti di esempio da imitare ma anche da ripensare a seconda dei tempi che viviamo e delle situazioni che dobbiamo affrontare.

Alla prossima!!!! 

Resoconto a cura di Eleonora Ricci classe 5 F

 

 

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