FERNANDO PESSOA

 

"ognuno di noi è più di uno, è molti, è una prolissità

di se stesso"("Il libro dell’ inquietudine").

Così Pessoa descrive la condizione dell’uomo e, sulla base di tale pensiero, porta avanti la propria produzione artistica.

Il poeta portoghese, nato a Lisbona nel 1888, creò infatti una serie di ETERONIMI, cioè di proiezioni delle varie sfaccettature della propria personalità, a cui fornì una vita indipendente e precise caratteristiche ideologiche e stilistiche. Ciò testimonia quanto il suo IO fosse inquieto e complesso, sempre alla ricerca della propria verità interiore che si esprime anche nello studio della filosofia romantica e del Simbolismo.

Ogni eteronimo porta quindi avanti le proprie tematiche con uno stile peculiare. Di conseguenza i temi trattati da Pessoa sono estremamente vari e così i suoi riferimenti letterari: in lui si possono trovare l’ingegnere omosessuale che scrive in versi liberi ispirandosi a Marinetti e Whitman, il poeta neoclassico di stampo oraziano ed epicureo, l’ uomo di campagna che tenta di esprimere la propria indole materialista e stoica, abbattendo le convenzioni formali, il ragioniere prosatore introspettivo e scettico e infine l’autore di stampo surrealista. Ad essi va ovviamente aggiunto il Pessoa che firma col proprio nome poesie dai metri brevi e rimati.

Nonostante la convinzione di non poter fare a meno degli eteronimi, Pessoa tenta ugualmente un accordo tra queste personalità attraverso la musica.

"La mia anima è una misteriosa orchestra; non so quali strumenti suoni e strida dentro me: corde e arpe, timpani e tamburi. Mi conosco come una sinfonia

"("Il libro delle inquietudini").

Il modo di concepire se stesso e la scissione del proprio IO negli eteronimi avvicina il portoghese al contemporaneo Pirandello il quale percepisce allo stesso modo il disgregamento dell’IO in molteplici personalità, conseguenza del tormentato clima storico del primo Novecento.

La sua profonda conoscenza della lingua inglese, dovuta alla permanenza in Sudafrica durante l’ adolescenza, lo portò a scrivere anche un romanzo in lingua inglese. Alcuni critici sostengono perfino che il suo stile inimitabile in portoghese sia dovuta al fatto che egli poteva aver concepito tali opere in inglese.

Tornato in patria non si allontanò più dalla città natale alla cui storia e cultura rimase profondamente attaccato.

 

 

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